Essere consapevoli e gestire le emozioni e stress da lavoro che viviamo nella nostra professione è molto importante per il proprio benessere lavorativo, per la nostra performance, l’efficacia della nostra attività e professionalità, ma non solo. Tutte le dinamiche lavorative e le relative emozioni hanno, infatti, dei notevoli risvolti anche nella nostra vita privata.
Stress da lavoro, ci possono portare ad accusare molti sintomi
Nelle aziende ci si trova a vivere moltissime emozioni tra le quali la paura, la rabbia, l’entusiasmo, l’insoddisfazione, la frustrazione, ma anche l’ ansia ( condizione di allerta e paura generalmente eccessiva rispetto alla reale situazione) e tutte generate da diverse dinamiche aziendali:
– Precarietà del proprio lavoro, incertezza del ruolo;
– Ritmo di lavoro;
– Cambiamento, innovazioni lavorative;
– Pressioni emotive dall’azienda o colleghi;
– Una work/life balance non adeguata;
– Problematiche diverse…
Ma che cosa è un ‘emozione?
E’ una reazione affettiva, intensa, con insorgenza acuta e di breve durata determinata da uno stimolo esterno o interno. La sua comparsa provoca modificazioni cognitive, comportamentali, espressive e fisiologiche.
Le emozioni prevedono, quindi, diverse componenti
- l’attivazione fisiologica che si fonda sull’attivazione del sistema nervoso centrale (SNC) e del sistema nervoso periferico (SNP);
- la valutazione cognitiva, la dimensione soggettiva dell’evento scatenante l’emozione;
- l’espressione emotiva e la tendenza all’azione ed esperienza soggettiva (ovvero come l’emozione viene percepita soggettivamente).
Esse hanno una funzione adattiva, perché grazie all’attivazione fisiologica, permettono di orientare il comportamento verso uno scopo preciso, indipendentemente da cosa stiamo facendo in quel preciso momento. Ci predispongono all’azione.
Perché è importante gestirle?
Se non lo facciamo non avremo delle AZIONI che si compiono a seguito di un pensiero, un desiderio o una spinta interiore con un intenzione consapevole, bensì delle REA-AZIONI gesti che non partono da un ragionamento cosciente ma, al contrario, da una reazione istintiva ad uno stimolo esterno, andando ad incidere notevolmente sul risultato finale che otteniamo, quindi sulla nostra perfomance.
Un’altra conseguenza altrettanto importante è data, però, dalla stretta correlazione tra emozione e stress: Stress da lavoro. Sono proprio le nostre reazioni emotive a determinare in noi i sintomi di ansia e stress.
Ma cosa è lo stress?
E’ la risposta NON specifica dell’organismo ad ogni richiesta effettuata su di esso”, quella attivazione fisiologica determinata dalle emozioni, prolungata nel tempo e può essere prodotto da una gamma estremamente ampia di stressors , che producono essenzialmente la medesima risposta fisiologica.
Se le situazioni o condizioni, che determinano le nostre emozioni, persistono… continua, quindi, la nostra attivazione fisiologica e quindi ci troviamo a vivere in una situazione di stress. La loro gestione, quindi, è fondamentale per il nostro benessere psicofisico, sia per vivere in maniera serena e positiva il proprio lavoro, ma anche per prevenire problemi gravi per la nostra salute, tra i quali quelli psicosomatici.
Secondo Selye , la risposta di stress da lavoro avviene in termini fisiologici , attraverso tipiche sequenze di modificazioni neuroendocrine (attivazione dell’asse ipotalamo- ipofisi – corticosurrene), e si manifesta come una risposta Aspecifica di attivazione fisiologica, determinata, appunto dalle emozioni.
La definizione dello stress proposta dall’autore e la formulazione della “Sindrome Generale di Adattamento” che è alla base del modello interpretativo generale della malattia somatica:
Le Fasi
• Prima Fase: Reazione di Allarme. L’organismo percepisce la presenza di un fattore di stress, l’arrivo di un qualcosa che è potenzialmente pericoloso. Tale fattore può essere di varia natura, può essere di tipo psicologico (es. preoccupazione per qualcosa). In seguito a uno stressor si ha una reazione da parte dell’ipotalamo, che provoca diverse modificazioni di tipo chimico ed elettrico, che permette all’individuo di cominciare a cercare le risorse per fronteggiare la situazione e, quindi per adattarsi;
• Seconda Fase: di Resistenza. Percepito il fattore di stress, l’organismo continua a cercare di reagire, di adattarsi alla situazione. Comincia un prolungamento della fase di resistenza, dell’attivazione fisiologica, cominciano a evidenziarsi i primi sintomi di stress e l’insorgere delle malattie psicosomatiche. Il sistema immunitario può cominciare a danneggiarsi.
• Terza Fase: di Esaurimento. Se la fase di resistenza dura troppo a lungo si entra in questa fase, nella quale si assiste a un vero e proprio sfiancamento delle risorse dell’organismo, con una perdita graduale della vitalità stessa, e la possibile insorgenza di malattie. In questa fase l’individuo non ha più le risorse e le capacità per reagire e adattarsi alla situazione e rischia dei danni irreversibili.
Questa è la fase in cui si trova una persona che soggetta a notevoli livelli di stress per un periodo medio- lungo, tipico delle situazioni di elevato Stress correlato, di Burnout oppure di un soggetto che subisce Mobbing.
Saper gestire le emozioni consente, quindi, di determinare l’intensità e la durata di una reazione emotiva, saper trasformare un’emozione in un’altra, saper superare stati conflittuali o di tensione motivandosi con idee, pensieri e obiettivi da raggiungere. Questa abilità è centrale in tutti quei contesti in cui si interagisce con gli altri, come l’ambito lavorativo. Riconoscere e comprendere le proprie emozioni e quelle altrui nel mondo del lavoro consente di valutare gli eventi in modo adeguato, di prendere decisioni rapide ed efficaci, di fare scelte consapevoli in rapporto agli eventi della vita e di riflettere adeguatamente su di esse e su cosa le ha causate. Il mondo interiore ci parla attraverso sensazioni, immagini ed emozioni, non ascoltarlo e addirittura inibirlo e reprimerlo può essere dannoso per la salute e l’equilibrio psicologico.
sintomi ansia e stress come si può fare?
Attraverso quelle che Lazarus (Social Cognition) nel suo Modello Transazionale dello Stress chiama Strategie di coping, meccanismi di difesa:
Egli fece distinzione tra coping focalizzato sul problema e coping focalizzato sulle emozioni (Lazarus & Folkman, 1984).
Coping centrati sul Problema:
-Incentrato sulla valutazione (adattivo-cognitivo): orientato alla sfida di ipotesi personali, modificare l’interpretazione, la prospettiva con cui viene visto il problema;
-Incentrato sul problema (adattivo-comportamentale): riduzione o eliminazione degli agenti stressanti agire sulla situazione, affrontarla per ridurre il rischio di conseguenze dannose.
Coping centrati sull’ Emozione:
-Incentrato sull’emozione: cambiamento delle reazioni emotive personali attraverso percorsi come ad esempio la Mindfulness o il Training autogeno, che permettono di aquisitre la consapevolezza delle nostre emozioni e le relative emozioni.
-Incentrato sul lavoro: orientato verso un’occupazione duratura, in grado di fornire feedback positivi. Cercare di sterperare l’attivazione fisiologica con una attività che ci permette di distrarci e che ci permette emozioni positive: Andare a correre, fare l’orto, cucinare.
“Un paradosso della vita lavorativa è che la stessa realtà può essere percepita da una persona come una devastante minaccia, e da un’altra come uno stimolo corroborante.” DANIEL GOLEMAN