Mindfulness, di che cosa si tratta?
Ci possono essere diversi significati che vengono attribuiti alla parola Mindfulness, ma la più interessante, soprattutto per il mondo e la società in cui viviamo, è quello di Stile di vita. Uno stile caratterizzato da un modo di vivere, un relazionarsi con consapevolezza e attenzione al qui e ora… a quello che ci sta accadendo o che stiamo pensando, o provando nel presente, inteso come dimensione temporale e unica realtà oggettiva.
Un modo di rapportarsi a ogni esperienza interna ed esterna a noi, un processo psicologico che ci può aiutare a modificare la nostra risposta alle difficoltà della vita, allo stress e alle sfide esistenziali quotidiane.
Mindfulness, cosa significa essere consapevoli?
John Kabat Zinn, fondatore del protocollo MBSR, sostiene che la consapevolezza emerge attraverso il prestare attenzione allo svolgersi dell’esperienza momento per momento, con attenzione al presente e in modo non giudicante.
E’ un lavoro, quindi, di processo e non di contenuto, che possiamo coltivare attraverso la meditazione.
Parola che spesso è associata a condizioni psicofisiche o mistiche che non c’entrano nulla con la Mindfulness. Essa comprende un insieme di tecniche, esercizi formali ed non formali che permettono di diventare attenti e consapevoli a ciò che la mente e il corpo stanno vivendo nel momento presente.
È un allenamento e un modo per sviluppare delle nuove abitudini mentali. Un atteggiamento, quindi, che viene sviluppato e coltivato attraverso: La pratica formale, esercizi di meditazione, che insegnano a focalizzare l’attenzione sul respiro o sul corpo e ad osservare, in modo non reattivo e non giudicante gli stati interni, quali pensieri, emozioni e sensazioni fisiche;
“Sviluppare un nuovo stato mentale”
La pratiche informali che aiutano a portare maggiore consapevolezza nelle nostre attività quotidiane, ad esempio quando mangiamo, ci laviamo, camminando o durante una prestazione lavorativa. Attraverso il loro utilizzo quotidiano si può sviluppare un nuovo stato mentale con cambiamento di abitudini e atteggiamenti.
La pratica è semplice e difficile: semplice perché non ha bisogno di nulla se non della propria volontà ed è difficile perché basta provarla per capire subito quanto la nostra mente sia costantemente condizionata e spesso distorta da un’incessante inconsapevole automatico flusso di pensieri, di ricordi, di reazioni emotive, di aspettative, di pianificazioni.
Praticare Mindfulness ci dà la possibilità di osservare e di far emerge la consapevolezza di quanto abbiamo la tendenza a giudicare, categorizzare, dare etichette, lo facciamo in continuazione, giusto o sbagliato, buono o cattivo. Utilizziamo, quindi, preconcetti e pregiudizi, ritrovandoci a vivere in una realtà ristretta, incapsulata nei nostri pensieri.
Mindfulness: far emerge la consapevolezza
In una realtà soggettiva, vissuta, però, come un qualcosa di oggettivo, assoluto, mentre è solo una prospettiva, una nostra visione… un alternativa… una delle tante.
La Mindfulness, nella psicologia contemporanea, viene definita una modalità mentale, uno stile di pensiero che avviene attraverso un progressivo processo di consapevolezza e che permette di avere pensieri, emozioni e azioni senza gli automatismi e schemi abituali di elaborazione, causa di molti stati disfunzionali, gli stati di Mindlessness… caratterizzati da distrazioni, automatismi, reattività.
Uno stato del fare (quando facciamo le cose in automatico e senza renderci conto), piuttosto che dell’essere.
Perché è importante anche nel lavoro?
Qualsiasi sia la nostra occupazione, qualsiasi sia la nostra routine, siamo tutti sottoposti a pressione, ansia e diversi stimoli alla volta. La Mindfulness nel lavoro è fondamentale, perché permette di gestire lo stress che può davvero incidere pesantemente sulla nostra vita.
Vivere la pressione del lavoro e dell’ambiente lavorativo, quindi, attraverso la gestione dello stress e dell’ ansia, grazie alla diminuzione della ruminazione… il pensare in continuazione a un evento, alle cause e alle conseguenze. Il pensare ci provoca sensazioni ed emozioni, attivazioni fisiologiche, che causano ansia, perdita di concentrazione e inefficienza, catturando la nostra attenzione.
E’ importante anche per l’efficacia del nostro lavoro, perché ci permette di migliorare molte competenze trasversali, le cosiddette soft skills, fondamentali per la nostra intelligenza emotiva e sociale… come la capacità di ascolto, di empatia, relazionale, di comunicazione, di creatività .
La Mindfulness aiuta a migliorare la capacità di prevedere le nostre emozioni, scaturite dagli eventi, in quanto riduce l’automaticità del pensiero. Permette di agire e non di reagire, che è determinante nel posto di lavoro per la gestione della comunicazione, delle relazioni, dei conflitti, ma fondamentale anche per non prendere decisioni e scelte sbagliate, dettate più dalle emozioni del momento che dalla ragione d’essere.
Si tratta, quindi, di una crescita personale con molti risvolti nell’ambito professionale:
•Aumento della produttività e, quindi, della percezione della propria autoefficacia;
•Aumento dell’autodeterminazione;
•Incremento delle capacità attentive, mnemoniche e di concentrazione, unito ad una diminuzione degli stati d’ansia lavorativi.. La letteratura esistente prova che situazioni stressanti o impegnative riducono la capacità di memorizzare gli eventi e le informazioni;
•Migliora la comunicazione interpersonale e delle relazioni;
•Sviluppo della leadership, perché permette di sviluppare maggiore consapevolezza delle proprie potenzialità e quindi maggior sicurezza e fiducia in sé stessi;
• Acquisizione di un atteggiamento non giudicante rispetto ai propri pensieri ed emozioni, ma anche agli altri;
•Incremento del benessere lavorativo che si ripercuote anche nella sfera della vita personale;
Etc…. ossia molte altre nuove possibilità di essere… un cambiamento di vita.
“Non credere a tutto ciò che pensi. I pensieri non sono più di questo: pensieri” (Allan Lokos)