Cosa voglio fare da grande? è una domanda che è importante farsi almeno una volta nella vita e a qualsiasi età!
Certo che chiederselo a quindici anni ci aiuterebbe a orientarci e pianificare la nostra vita professionale già da quando scegliamo le superiori. E’ anche vero che a quell’età la propria identità non è ancora completamente formata, si è molto spesso confusi, non ci si conosce, ma non smetterò mai di dire quanto importante sia essere consapevoli di chi siamo e di cosa vorremmo… per decidere e scegliere con cognizione di causa. Saper scegliere che direzione prendere è molto importante, è un diritto-dovere trovarla e trovarsi.
Quanti di noi sono arrivati a 40-45 anni, si sono resi conto di svolto fatto studi e lavori senza una vera consapevolezza e progettualità, e pensiamo che se si potesse tornare indietro faremmo percorsi completamente diversi. Molti dei miei coachee mi hanno raccontato proprio questo… di aver fatto scuole e università, alcuni addirittura tirocini ed esami di stato perché erano i genitori a volerlo, o perché avevano scelto a caso… cosi almeno avevano una strada, anche se poI si sono resi conto che non c’entrava nulla con loro.
“Non puoi tornare indietro e cambiare l’inizio, ma puoi iniziare dove sei a cambiare il finale” (C.S. Lewis).
In quest’ultimo anno e mezzo la pandemia del COVID-19 ci ha stravolto la vita… non è soltanto un’emergenza sanitaria, ma costituisce anche una grave crisi economica e del mercato del lavoro, che sta avendo un enorme impatto sulle persone su scala mondiale. Il Covid ci ha sgretolato qualsiasi certezza, anche quelle della nostra vita precedente e ci sta costringendo, molte volte a un cambio vita, anche a fare scelte che non avremmo mai pensato di fare.
Mantenere una visione del futuro, il nostro.
In questa situazione è importante cercare di non subire la crisi, ma affrontarla in maniera costruttiva, cercando di mantenere una visione del futuro, del nostro per non perdere il contatto con noi stessi e il senso del lavoro.
Un ricominciare con un altro sguardo, un mettere a fuoco qualcosa di nuovo, che possa aprirci a un futuro diverso con una nuova normalità che dovremo costruire: quella di prima la troveremmo ormai inadeguata, perché quanto credevamo solido si è rivelato debole.
C’è esigenza di cambiamento e imparare a diventare più forti dentro, indipendentemente da ciò che accade fuori, come una montagna che rimane sempre uguale a se stessa nonostante le intemperie cui è sottoposta…all’esterno. E’ importante, quindi, definirci nuove priorità e scegliere la direzione in cui dirigerci, riprendere il controllo della nostra vita assicurandoci di avere ben chiaro dove vogliamo arrivare.
Oggi sarebbe importante cominciare a chiedersi “Cosa voglio fare da grande… “ per cominciare a sviluppare nuove idee su di noi e sul nostro futuro con consapevolezza e progettualità…
Conoscere se stessi, significa conoscere le proprie potenzialità
e potremmo provare a fare una riflessione su di noi, scrivendo tutto quello che ci viene in mente, lungo la linea del sapere (ciò che conosciamo), saper fare( ciò che sappiamo fare) e saper essere (chi siamo). Evidenziare le competenze tecnico-professionali, da quelle più trasversali, le soft skill che nella vita lavorativa sono importanti come o più delle hard, come il problem solving, il saper comunicare in modo efficace, saper lavorare in gruppo, la gestione delle emozioni e dello stress, l’autonomia, capacità d’adattamento, capacità di pianificare e organizzare, leadership.
Ma non solo, dovremmo cercare di valorizzare i nostri interessi, le passioni, e i valori che sottendono ad essi, per poi scrivere tutti ciò che emerge su un foglio, usando molti colori, e il risultato finale sarà una FOTOGRAFIA, la nostra, di tutto ciò che siamo, dei nostri punti di forza, da cui ripartire.
La progettualità, aiutata da questa consapevolezza, è importante che avvenga attraverso obiettivi “SMART” ossia Specifici, Misurabili, Raggiungibili, Rilevanti o sfidanti e Limitati nel tempo, con una tempistica ben precisa. Si tratta di una tecnica efficace che fornisce chiarezza, concentrazione e motivazione, qualità necessarie per raggiungere qualsiasi tipo di obiettivo.
Migliora inoltre la capacità di raggiungerli incoraggiando a definire gli obiettivi nel dettaglio e fissare una data di completamento. Sarebbe tipo un sognare e permettersi di farlo, ma con i piedi per terra. Perché oggi c’è estremo bisogno di sognare, ma anche di essere concreti.
Gli obiettivi possono influenzare le prestazioni
Sono state proposte diverse teorie per descrivere come gli obiettivi possano influenzare le prestazioni, ma quella che ritengo la più interessante è quella del Goal setting di Locke e Latham (2002): tenendo conto dei propri bisogni, dei valori e del contesto situazionale, le persone stabiliscono obiettivi e sviluppano strategie per ottenerli. Per goal s’intende, quindi, ciò che una persona vuole ottenere, “una rappresentazione interna di uno stato desiderato”, che rispecchia i valori e i bisogni personali (Locke, 2000).
Esso ha un effetto regolatore sulla condotta umana, perché determina sia il risultato che si vuole ottenere, che le energie e le risorse necessarie per raggiungerlo; motiva, inoltre, la persona, aumentando i livelli di attenzione, monitoraggio, valutazione e adattamento del comportamento funzionali al raggiungimento dell’obiettivo (Latham e Locke, 1991).
Motivazione e cognizione agiscono così in un continuum, la motivazione trova forza nel soddisfare bisogni e valori per trasformarli in intenzioni, mentre la cognizione cerca nel contesto le informazioni necessarie per poter generare gli scopi, le mete e infine elaborare le strategie di avvicinamento all’obiettivo.
l’autodeterminazione e la percezione di autoefficacia
La motivazione è la chiave fondamentale per aprire la porta al futuro, perché quello che passa nella nostra mente è tutto, ma sono importanti anche l’autodeterminazione e la percezione di autoefficacia. “Le persone sviluppano, attraverso la cognizione e il raggiungimento degli obiettivi prefissati, delle ipotesi su di sé e sulla propria identità della percezione della propria efficacia, influenzando così la scelta di nuovi obiettivi e strategie” (Latham, 2007).
Più le persone si convincono di essere all’altezza delle situazioni che devono affrontare più si innalza i loro livelli di aspirazione, innescando, cosi, un circolo virtuoso. Come dire che più impariamo a sognare e più probabilità ci saranno che riusciamo a realizzare i nostri sogni.
Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni.
(Eleanor Roosevelt)
E… a proposito… io da bambina sognavo di fare l’attrice!