Essere efficaci sul lavoro evidenzia la capacità di riuscire ad ottenere, attraverso la propria azione, un effetto desiderato.

La Teoria del Goal Setting di Locke e Latham, sostiene che il comportamento lavorativo efficace deve essere guidato dal porsi obiettivi, che, diventando una sfida, motivano e regolano la persona nel realizzarli. Per essere efficaci sul lavoro è fondamentale avere, innanzittutto, una propria progettualità.

Fin da piccola ho svolto moltissimi sport,  per poi approdare all’atletica leggera, specialità salto in lungo, per il quale vanto un “bellissimo” 5,21 metri all’età di 16 anni. Un salto perfetto… ottima rincorsa, stacco impeccabile, entro il limite giusto del nullo e poi sono volata!

Questa è stata una delle esperienze più importanti della mia vita, quella che più mi ha definito mentalmente. Ho avuto un bravissimo allenatore, un ex atleta olimpionico di salto in alto, che mi ha dato l’opportunità di improntare la mia vita secondo dei valori e delle regole che se si sono rivelate importantissime:

Se vuoi ottenere dei risultati devi lavorare, impegnarti in maniera costante. Ma non basta, devi avere degli obiettivi chiari e agire focalizzandoti su di essi. Devi capire come gestire le tue emozioni, per agire e non reagire. Devi imparare a credere in te stesso!                                    Solo pensando che il riuscirci dipende da te, dalle tue capacità, dal tuo impegno e da ciò che farai, potrai ottenere dei risultati reali e concreti.

Il mio Allenatore R.B. mi hanno insegnato l’ Empowerment, un potenziamento personale interno alla persona, che incide sulle credenze relative alla propria possibilità di essere e di fare. Convinzioni che permettono di assumere un ruolo attivo sulla propria vita e di essere efficaci sul lavoro.

L’ Empowerment, comparso per la prima volta negli anni Sessanta nell’ambito della letteratura della psicologia di comunità, è spesso conosciuto come

Empowerment Femminile perché è un fenomeno molto studiato, tra gli anni ‘50 e ‘60, in merito alle azioni svolte per l’emancipazione della donna.

Si tratta di un processo multidimensionale, perché, per intraprenderlo, è necessario lavorare su diversi fattori:

Sulla propria Self-efficacy, la percezione della propria Autoefficacia, che si basa sulla convinzione di essere e di riuscire. Essa è determinata dalle nostre Esperienze Dirette (dal fare cose), da quelle Vicarie (da quello che riescono a fare gli altri) e dalla Persuasione Verbale, quello che gli altri ci dicono ma, soprattutto, quello che diciamo a noi stessi attraverso il dialogo interiore.

Sull’ imparare a prefiggersi  un  Obiettivo Professionale per avere chiaro il risultato che si vuole ottenere. L’ Obiettivo deve essere  SMART (specifico, Misurabile, Raggiungibile o achievable, Realistico, Limitato nel tempo o time-bound) per determinare chiarezza, motivazione e concentrazione, caratteristiche personali fondamentali per raggiungere quello che desideriamo.

Sulla Gestione delle nostre emozioni,  per agire (comportamento consapevole pianificato) e non reagire (comportamento automatico non consapevole).  Un’emozione è un qualcosa che ci muove, ci agita e ci toglie da dove siamo. È uno stato fisiologico che permette di adattarci velocemente ad una certa situazione. Ma che ci porta anche a reagire per difenderci e ad avere comportamenti automatici, che non riusciamo sempre a controllare e che possono essere disfunzionali rispetto a ciò che stiamo facendo.

Sul nostro Locus of control, ossia l’attribuzione della Causalità di ciò che ci accade. Esso può essere interno, quando penso di avere un ruolo attivo sulla mia vita e mi sento responsabile delle decisioni che prendo. Oppure esterno, quando credo di avere poche possibilità di poter influenzare gli eventi e mi sento in balia dell’imprevedibilità.                                                         Ognuno di noi ha una dominanza di uno dei due stili, anche se la distinzione non è, quasi mai, netta ed sono influenzati dalla personalità, dalla cultura, dai rinforzi positivi o negativi ricevuti, ma  anche dalle convinzioni su di sé e sulla propria autoefficacia.

Sulla Speranzosità e Pensiero positivo che sono il motore principale per avere un approccio costruttivo, caratterizzato dal cercare di farcela, trovando soluzioni o alterative quando si presentano degli ostacoli o imprevisti, piuttosto che, semplicemente, lamentarsi.

Massimo Bruscaglioni, laureato in ingegneria e psicologia applicata e uno dei massimi sostenitori dell’Empowerment, ritenendo che il processo di potenziamento parta da un                io desiderante” presente in ognuno di noi,  propone un percorso formativo di                         self-empowerment che prevede le seguenti tappe:

L‘insorgenza di un nuovo desiderio: Voglio superare i 5 metri nel salto in lungo

La capacità di crearsi una rappresentazione mentale positiva della situazione desiderata: Prima della rincorsa, ho ripassato mentalmente moltissime volte come avrei eseguito il salto che sarebbe andato oltre i 5 metri

La capacità di conoscere e credere nelle proprie risorse esterne e interne per poter mettere in atto il cambiamento: Ho lavorato molto sulla consapevolezza delle mie capacità, sulla fiducia in me stessa, sulle mie convinzioni di chi ero e che ci sarei, senza ombra di dubbio, riuscita

La messa in atto di un vero tentativo di realizzare il proprio desiderio: Il salto in lungo di 5.21!

 

Per essere efficaci sul lavoro è importante attivare e sviluppare in noi un processo di Empowerment per avere un ruolo attivo sulla propria vita,  di causalità che ci permetta di ampliare e consolidare le nostre convinzioni sulla possibilità di essere, di fare e di ottenere.

“Nel momento in cui dubiti di poter volare, perdi per sempre la facoltà di farlo”. (J. M. Barrie)

 

 

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