Mi chiamo Vania Marsonetto e mi occupo di Coaching evolutivo

Ho un figlio adolescente, un beagle di nome Togo e un micio che si chiama Ligre… questa è la mia famiglia. Corro regolarmente tre volte alla settimana da quando avevo 15 anni, pratico yoga, meditazione e teatro a livello amatoriale.

Nella mia vita ho sperimentato molti ostacoli, come tutti… ma, mentre all’inizio, quando ero più giovane guardavo il problema semplicemente come tale, un qualcosa che mi avrebbe schiacciato oppure che, in qualche modo, avrei superato… pian piano con i miei studi e le esperienze di coaching evolutivo, ho appreso e imparato a guardarli da un’altra prospettiva, completamente diversa: un ostacolo, un problema può diventare anche un trampolino di lancio.

Una nuova opportunità di cambiamento verso un qualcosa di migliore.

Negli ultimi anni, quindi, partendo proprio da ostacoli e problemi che mi si sono presentati, alcuni dei quali molto importanti e pesanti, e guardandoli come nuove e importanti opportunità, ho preso in mano la mia vita e l’ho stravolta a 360° per accogliermi e concedermi di arrivare a raggiungere il mio obiettivo: conoscere ed essere me stessa.

Gli esseri umani, in generale, sono resistenti al cambiamento, molte volte ne abbiamo paura, lo temiamo, anche se nella situazione presente stiamo male. E’ una sorta di preprogrammazione del cervello, risalente ai nostri antenati per aiutarli a sopravvivere nei tempi primitivi, che vuole farci rimanere

nella nostra routine per una questione di sicurezza e controllo.

Ma se nella nostra storia non ci fosse stato il cambiamento, non ci sarebbe neppure stata la nostra evoluzione.
Ho cominciato a fare, quindi, faccio ancora e farò sempre dei cambiamenti, pensando di non essere mai arrivata alla migliore versione di me, perché è una strada variegata e infinita, che ogni giorno devo scegliere, grazie al coaching evolutivo in modo consapevole, a partire dal più piccolo passo e senza mai dare nulla per scontato.

E’ stato un processo profondo che per anni ho tergiversato a compiere, perché avevo paura, non era la strada che mi avevano prefissato… non riuscivo a capire a chi dovevo dare ascolto, di chi mi dovevo fidare… di me stessa o degli altri.

Questi mutamenti avrebbero significato nuove dinamiche e abitudini, un diverso stile di vita.

Dovevo uscire dalla mia zona confort e questo per me era molto impegnativo e l’ho fatto solo quando mi sono ritrovata messa con le spalle al muro da me stessa. E’ un qualcosa che è cominciato, in realtà molti anni fa, da quando avevo 20 anni, quando ho scelto di iscrivermi all’Università, facoltà di Psicologia, quando già stavo lavorando; e poi ho continuato nel tempo facendo certe scelte in modo inconsapevole e discontinuo… anche se tutte mi portavano nella stessa direzione.

E’ come se, pian piano nel tempo, stessi realizzando un mosaico… sceglievo le tessere quà e la , senza nessun obiettivo finale e che negli anni, soprattutto con il coaching evolutivo, ha cominciato a prendere forma e a farmi capire quale sarebbe stato il mio disegno finale.

“Ogni uomo ha una sola vocazione: trovare la via verso se stesso. Suo compito è scoprire il proprio destino, non uno qualunque, per viverlo fino in fondo e in modo risoluto dentro di sé. Tutto il resto è solo falsa esistenza, un tentativo di evadere, un ritorno all’ideale di massa, è adattamento e paura della propria interiorità” Da Demian di Hermann Hesse

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